La caratteristica principale delle terapie che si basano sulla plasticità cerebrale è il fatto che non prevedono farmaci, ma si basano su attività svolte dal cervello e ripetute. Vi sono senza dubbio alcune condizioni più cliniche che richiedono anche l’assunzione di medicinali, ma è rassicurante sapere di poter essere più sani senza trattamenti invasivi.
Vi è in questo periodo una sorta di “rivoluzione” nella percezione di salute cognitiva: numerosi neuroscienziati in vari istituti nel mondo stanno cominciando a considerare terapie alternative non invasive per curare una serie di problemi cognitivi. I programmi che fanno leva sulla neuroplasticità possono quindi aiutare gli schizofrenici a migliorare la qualità della loro vita, i musicisti colpiti da distonia focale a tornare a suonare senza dolore, individui con demenza senile o i primi sintomi dell’Alzheimer a rallentare lo sviluppo della malattia, pazienti oncologici che hanno sofferto di declino cognitivo a causa di trattamenti chemioterapici a ritrovare loro stessi…