12 nov 2018

Smartphone e Iperconnessione, quali effetti collaterali?


A cura di Rosaria Furnari ( PSYCOOL )


La robotica, l'intelligenza artificiale e l'enorme crescita di Internet in termini di diffusione e traffico dati associata alla possibilità di connettere alla rete sistemi fisici e digitali che a loro volta raccolgono informazioni e le condividono tra loro, ha segnato il passaggio alla quarta rivoluzione industriale.

Il più acrobatico salto in avanti di tale progresso spetta attualmente allo smartphone, un apparecchio elettronico che offrendo vantaggi e funzionalità sempre più sofisticate ha modificato parallelamente abitudini consolidate ed il modo stesso di comunicare.

Secondo il Digital In 2018 il report di We Are Social e Hootsuite 49,19 milioni di italiani usano questo dispositivo ed il 73% della popolazione è online (43 milioni di persone), con 34 milioni di utenti attivi sui social media

Si trascorre mediamente circa 6 ore al giorno online quasi il doppio del tempo che passiamo davanti alla TV. Il fenomeno è in vertiginoso aumento!

Nel 2017 si è registrata una crescita di 4 milioni di persone connesse ad Internet (+10% rispetto all’anno precedente) ed una crescita di 3 milioni di utenti social media (+10% rispetto all’anno precedente). La crescente connettività digitale quale fenomeno emergente su scala mondiale, ha favorito il fiorire di ricerche e studi volti a comprenderne gli effetti sul nostro cervello. A tal riguardo, emergono due principali criticità: una progressiva erosione del livello di attenzione ed una produzione ideativa dalle fattezze sempre meno sofisticate e complesse.

Il filtro attenzionale, finalizzato ad isolare segnali e stimoli rilevanti dai rumori di fondo al fine di favorire la concentrazione e portare a termini i compiti, è particolarmente vulnerabile alla novità. Ricevere una improvvisa notifica da un dispositivo digitale (come avvisi di e-mail o social media), comporta un rapido estraneamento dalle attività in corso, un orientamento dell'attenzione alla sorgente del suono, nonchè, la lettura della notifica stessa e ciò è del tutto indipendente dalla volontà di ognuno in quanto si tratta di una reazione biologica.

Come qualunque improvviso suono o rumore proveniente dall'ambiente esterno, gli avvisi dello smartphone determinano l'attivazione del circuito neurale di allarme-pericolo con conseguente rilascio di sostanze come adrenalina e cortisolo e la comparsa di una reazione ansiosa finalizzata a sviluppare comportamenti di attacco-fuga. In tal senso, le notifiche provenienti da dispositivi digitali, pur non comportando alcuna minaccia, favorirebbero ansia ed una istintiva reazione tesa alla lettura della notifica stessa in quanto lo stimolo sarebbe erroneamente interpretato a livello cerebrale come segnale di pericolosità o di elevata priorità per la sopravvivenza.

L'utilizzo dello smartphone offre, altresì, un flusso costante di interessanti aggiornamenti e messaggi favorendo impressioni forti e attraenti sul piano sensoriale. Tali esperienze da un lato rimangono impresse nel registro della memoria e dall'altro attivano il circuito neurale del piacere con conseguente rilascio di sostanze dopanti quali la dopamina e la endorfina da cui deriverebbero sensazioni di benessere e di gratificazione, aumentando la probabilità di sviluppare l'abitudine a ricercare ulteriori novità nel futuro. Ciò spiegherebbe la necessità di controllare il telefono mentre si stà svolgendo qualcosa di importante anche in assenza di eventi esterni come ad
esempio la ricezione di una notifica.

La distrazione indotta da stimoli esterni o da un autointerruzione favorirebbe, a sua volta, una minore produttività ed una inibizione del pensiero creativo e innovativo in quanto strettamente associato alle abilità di concentrasi a lungo su di un unico compito. Siamo, infatti, predisposti a focalizzare la nostra attenzione su stimoli e situazioni diverse in rapida successione ma a concentraci solo su una cosa alla volta. Se lo sforzo cognitivo specifico su di un compito viene interrotto e l'attenzione spostata continuamente su vari argomenti, risulta difficile elaborare un pensiero profondo o svolgere compiti cognitivi complessi.

Sulla base di tali presupposti rispondere ad una e-mail o iniziare a chattare non permette di ricominciare immediatamente a lavorare al compito iniziale con conseguente significativo dispendio di energia mentale per rifocalizzare l'attenzione sul compito che richiede in media 25 mn circa. Appare evidente che un simile impegno a livello cognitivo protratto ripetutamente nel corso della giornata, comporti un accumulo di stress che può avere ripercussioni sulla salute. A tali evidenze si assomma il fatto che on line tutto è dinamico e disturba come la comparsa di link che riportano alla apertura di altri  link o la comparsa improvvisa di pubblicità e ciò sembra avere come conseguenza l'attuale  tendenza a spezzare o modificare l'attenzione e dunque il campo visivo stimata in media ogni 10 secondi. Ciò si può osservare quando si passa rapidamente da un post all'altro o da una pagina web all'altra.

Quanto fin qui descritto evidenzia che un utilizzo costante dello smatphone riduce le risorse cognitive compromettendo l'attenzione, la capacità di pensare in maniera profonda e risolvere problemi complessi . Le interruzioni online possono essere utili solo a condizione che non si diventi prigionieri dei social media, mentre la chiave di tutto risiede sempre nel giusto equilibrio.



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