8 gen 2016

La sindrome di Segawa














1. Che cos’è la sindrome di Segawa? 
E' una malattia ereditaria caratterizzata dalla presenza di distonia, un disturbo del movimento che consiste in una contrazione sostenuta dei muscoli degli arti e /o del tronco in grado di determinare l'assunzione di posture anormali. La peculiarità della distonia nella sindrome di Segawa è la brillante risposta alla terapia con levo-dopa, un farmaco in grado di compensare la carenza di un neurotrasmettitore, la dopamina, implicata nella genesi della malattia. Per questo motivo viene anche chiamata distonia dopa responsiva. 

2. Quanto è frequente? 
La sindrome di Segawa è una malattia rara, con una frequenza nella popolazione europea di 1-5 casi per milione di abitanti. La malattia è più frequente nelle donne. 

3. Da cosa è causata? 
La malattia è causata da una mutazione in un gene denominato GCH1, localizzato sul cromosoma 14. La mutazione determina la riduzione di un enzima, la GTP cicloidrolasi 1 che partecipa alla sintesi di un cofattore (tetraidrobiopterina) indispensabile per la produzione di diversi neurotrasmettitori tra cui la dopamina, la cui carenza causa il disturbo motorio tipico della sindrome. 

4. Come si manifesta? 
La malattia si manifesta più frequentemente in età infantile, in media intorno ai 6 anni. Il primo sintomo è spesso una difficoltà nella marcia legata alla distonia di un arto inferiore, mentre più raramente si manifesta con una distonia di un braccio, del collo, o del tronco. In genere i sintomi sono scarsi al mattino e peggiorano nel corso della giornata. Con il tempo la distonia coinvolge più distretti corporei e spesso compare un tremore che si manifesta durante il mantenimento di una postura. Quando la malattia esordisce prima dell'adolescenza si verifica un rallentamento della crescita che è reversibile con un'adeguata terapia. Talvolta la malattia si rende evidente in età giovanile o adulta, e in questi casi possono prevalere altri sintomi come tremore e rigidità. Molto raramente la malattia può essere più grave presentandosi già alla nascita con ipotonia e severo ritardo motorio. 

5. Come si diagnostica? 
In presenza di un adeguato sospetto clinico è opportuno effettuare un tentativo terapeutico con levodopa in quanto la presenza di una risposta a questa terapia offre già una buona indicazione per la diagnosi. I test diagnostici comprendono: - dosaggio delle pterine (particolari proteine) nel liquor cefalorachiadiano - test da carico con fenilalanina che consiste nella misurazione del rapporto tra fenilalanina e il suo derivato tirosina nel sangue 4-6 ore dopo la somministrazione di fenilalanina, il cui aumento è considerato patologico. - dosaggio dell’attività dell’enzima carente (GTP cicloidrolasi 1) in colture cellulari La diagnosi di certezza viene tuttavia posta solo mediante ricerca di una mutazione nel gene responsabile della malattia, anche se questa viene identificata solo nell' 80%-90% dei casi. Altri esami frequentemente eseguiti per escludere altre possibili diagnosi sono: risonanza magnetica del cervello e DATscan, un esame radiologico che consente di valutare il funzionamento di alcune aree cerbrali. Questi esami sono normali nei pazienti affetti da sindrome di Segawa. 

6. Come si cura? 
La sindrome di Segawa risponde brillantemente alla terapia con levo-dopa alla dose giornaliera di 300-400 mg associati ad un inibitore della decarbossilasi (IDC) o alla dose di 20-30 mg/kg/die senza IDC. All’inizio del trattamento possono comparite dei movimenti anormali che scompaiono con la riduzione del dosaggio. Generalmente la risposta alla terapia è immediata ma in alcuni casi può comparire dopo alcune settimane dall’inizio del trattamento, che pertanto deve essere continuato almeno per un mese prima di valutarne l’efficacia. La levo-dopa è generalmente ben tollerata e nei pazienti con sindrome di Segawa raramente si verificano effetti collaterali legati alla terapia a lungo termine. Talvolta il controllo della distonia può essere incompleto e in questi casi è possibile ottenere un miglioramento con l’aggiunta di un farmaco anticolinergico. 

7.A chi rivolgersi per la diagnosi? 
La sindrome di Segawa è una malattia neurologica pertanto la diagnosi è generalmente posta da un neurologo o da un neuropsichiatria infantile, particolarmente esperti in disturbi del movimento. In Italia esistono numerosi centri accreditati per la diagnosi delle malattie rare ad esordio infantile. Le indagini biochimiche (dosaggio fenilalanina, tirosina, pterine urinarie, dosaggio pterine e amine biogeniche su liquor) vengono eseguite presso l’ Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. La diagnosi genetica viene eseguita presso Laboratorio di Genetica Molecolare 1 dell’Istituto di Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) e presso l’Istituto Neurologico C. Besta di Milano. 

8.Causa invalidità o riduzione dell'aspettativa di vita? 
Nella maggior parte dei casi la malattia ha una buona prognosi e raramente è invalidante quando vi è una terapia adeguata, che tuttavia deve essere continuata per tutta la vita. La mortalità non è aumentata nei soggetti affetti. 

9. Come si trasmette? La malattia si trasmette generalmente in maniera autosomica dominante, molto raramente in maniera recessiva. La trasmissione autosomica dominante implica che un genitore affetto dalla malattia abbia, per ogni figlio, il 50% di possibilità di trasmettere il gene mutato. 

10. Quante possibilità ci sono che un figlio di un genitore affetto manifesti la malattia? 
Non tutti i portatori della mutazione sviluppano la malattia e anche all' interno della stessa famiglia i soggetti affetti possono presentare manifestazioni di diversa gravità. Il motivo di questa possibile diversità non è completamente chiaro. Tuttavia è noto che le donne manifestano la malattia più frequentemente ed in modo più grave. Pertanto è difficile stabilire, anche in presenza della mutazione, quale sarà il decorso della malattia nei discendenti affetti. 

11. Una donna affetta puó avere una gravidanza normale? 
Uno dei problemi che una donna affetta da sindrome di Segawa deve fronteggiare è la scelta sulla continuazione o sospensione della terapia dopaminergica durante la gravidanza. Infatti, dato il riscontro, in studi su animali, di ritardo di crescita intrauterina o sviluppo di malformazioni fetali, la terapia con levo-dopa, associata o meno ad inibitori delle decarbossilasi, è controindicata in gravidanza. Sebbene non esistano numerosi dati sulla gravidanza nelle donne con sindrome di Segawa, i casi riportati indicano la possibilità di portare a termine la gravidanza in terapia, con parto cesareo o naturale, senza particolari problemi per la madre e per il nascituro. Tuttavia non esistono dati conclusivi in letteratura che consentano di stabilire delle precise linee guida, pertanto la scelta sulla continuazione o meno della terapia è affidata alla madre, con il sostegno del neurologo, del ginecologo e dell’ostetrica di riferimento. L’allattamento è generalmente sconsigliato durante il trattamento. 

12. E’ possibile fare diagnosi prenatale? 
La diagnosi prenatale è possibile solo nel caso in cui la mutazione del genitore affetto sia nota. L'analisi genetica può essere eseguita sulle cellule fetali ottenute mediante amniocentesi alla quindicesima - diciottesima settimana di gestazione o sui villi coriali prelevati alla dodicesima settimana. L'attuale legislazione italiana non consente di eseguire l'analisi preimpianto, possibile in altri Paesi. 


Diagnosi genetica di mut GCH1 e TH Laboratorio di Genetica Molecolare 1 Istituto di Scienze Neurologiche CNR Contrada Burga 87050 MANGONE (CS) ITALIA Direttore del laboratorio Dr Grazia ANNESI Telefono 39 0984 9801248 Altro telefono 39 0984 9801233 Fax 39 0984 969306 Sito web Dosaggio fenilalanina, tirosina, pterine urinarie, dosaggio pterine e amine biogeniche su liquor Laboratorio Malattie Metaboliche Ereditarie U.O.C. Malattie Metaboliche Ereditarie - Dipartimento di Pediatria Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova Via Giustiniani 2/3 35128 PADOVA ITALIA Direttore del laboratorio Dr Alberto BURLINA Piu informazioni Telefono 39 049 8213569 Altro telefono 39 049 8212536 Fax 39 049 8212536 Segreteria Diagnosi molecolare delle distonie primarie U.O. di Neurogenetica Molecolare Dipartimento di Ricerca Sperimentale e Diagnostica Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "C. Besta" - sede Bicocca Via Libero Temolo 4 20126 MILANO ITALIA Direttore del laboratorio Dr Massimo ZEVIANI Piu informazioni

18 nov 2015

Bio-Meccanica - distonia - la connessione dentale

                                   (clicca la foto per andare al sito)
  Un approccio bio-meccanico alla distonia cervicale
Terapia con placche per il trattamento di DISTONIA CERVICALE SECONDARIA IDIOPATICA con un adattabile e pogressivo apparecchio intraorale (per uso odontoiatrico inferiore) che produce forze ortopediche che si estendono e Allineano le vertebre cervicali superiori. Questo apparecchio è chiamato il "raddrizzatore" ed è stato studiato e sviluppato da Moreno Conte, il fondatore di Starecta(http://starecta.com/book/)


20 set 2015

DISTONIA NERVOSA E LA TERAPIA, I MOVIMENTI DISTONICI



Comunemente, il termine distonia viene impiegato per definire uno stato di nervosismo, che si manifesta con reazioni aggressive, stati d`ansia, e sintomi molto variabili a carico di numerosi organi.
Contrazione muscolare involontaria e dolorosa che irrigidisce il corpo in una postura anomala. Quando una parte del corpo si blocca in una posizione distonica, la zona muscolare coinvolta si contrae per effetto di uno spasmo (il cosiddetto spasmo distonico). Alcune forme di distonia si manifestano solo in occasione di movimenti ben precisi, e in tal caso si parla di distonie da funzione
La distonia è la manifestazione di un danno a livello del sistema extrapiramidale. Può essere isolata o rientrare nel quadro di una malattia neurologica, talvolta ereditaria (distonia generalizzata familiare), ma la sua causa rimane per lo più sconosciuta. Talvolta si riscontra una patologia ben determinata, come un tumore cerebrale o il morbo di Parkinson.
la patologia è caratterizzata da sintomi e segni assai differenti.
Nel torcicollo spastico, per esempio, che rappresenta la distonia localizzata più frequente e spesso colpisce le donne al di sopra dei 40 anni, si osserva una rotazione anormale della testa, non di rado associata alla sua inclinazione. Nel crampo dello scrivano, la più frequente distonia da funzione, si verifica una contrazione dolorosa delle dita, del polso e talvolta di tutto il braccio; il dolore accompagna in genere lo spasmo, che insorge quando si comincia a sc rivere e impedisce di continuare.

Si basa sull’eliminazione di una causa eventuale e sull’assun zione di anticolinergici, talvolta associati a miorilassanti per combattere il dolore. In alcuni casi di distonia generalizzata familiare, la dopamina dà ottimi risultati. Per le forme localizzate da funzione gioca un ruolo fondamentale la chinesiterapia, il cui obiettivo è di rilassare i muscoli iperattivi e contribuire al rafforzamento di quelli antago nisti.
Si fa ricorso anche a iniezioni locali di tossina botulinic a che, nel provocare una paralisi transitoria dei muscoli colpiti, rende più agevole la chinesiterapia.

I movimenti distonici

Il termine distonia viene impiegato dai medici per definire un particolare disturbo della postura del corpo, in particolare dei muscoli del torace, del collo e delle spalle che si riscontra in alcune malattie neurologiche. Viene anche denominato spasmo di torsione. Si manifesta sotto forma di movimenti bizzarri e grotteschi o di posizioni fisse anomale del busto e della testa. Il termine di distonia è stato dato a questi movimenti, ma viene anche applicato ad ogni postura fissa che si verifica come risultato finale di una malattia neurologica a carico del sistema motorio (cioè quello che presiede al comando e attuazione di tutti i movimenti del corpo). La distonia a vera e propria, invece, non è costante ma può variare notevolmente da momento a momento: a tratti tutta la muscolatura del corpo può essere interessata da questo spasmo (cioè dal mantenimento di una posizione anomala non voluta dal soggetto) mentre il paziente si sforza di muovere un braccio o di parlare. Se il disturbo è presente in forma lieve può limitarsi solo a pochi muscoli, per esempio quelli del collo (la testa tenderà a portarsi all’indietro e di lato) e può cessare quando il soggetto non si muove. Lo spasmo di torsione si può riscontrare in alcune malattie a carico del sistema nervoso centrale quali l’atetosi doppia (dovuta ad una sofferenza cerebrale secondaria alla scarsità di ossigeno), il kernittero (causato dall’accumulo, nel cervello, prima o nei giorni immediatamente successivi alla nascita, di una sostanza prodotta in quantità eccessiva dal fegato: la bilirubina), l’intossicazione cronica da manganese, la malattia di Wilson (caratterizzata dal deposito di rame nel cervello di bambini che non riescono ad eliminarlo come fanno invece le persone normali), la discinesia da fenotiazine (si tratta di farmaci che vengono impiegati per curare alcune malattie mentali), la malattia di Hallevorden-Spatz (si tratta di una rarissima malattia ereditaria caratterizzata da altri disturbi oltre allo spasmo di torsione: presenta un accumulo di ferro in varie regioni del sistema nervoso centrale da cause ignote). La distonia è un tratto essenziale della “”distonia muscolorum deformans”” ad origine sconosciuta e ad andamento famigliare. La terapia non riesce a guarire la malattia, ma può alleviare i sintomi. A seconda dei casi possono essere utili gli anticolinergici, la carbamazepina, gli ansiolitici come il diazepam.


Distonia nervosa

Con questo termine non molto preciso, vengono solitamente compresi stati piuttosto variabili di nervosismo, tensione nervosa, apprensione senza motivo, irritabilità, irrequietezza. Questi disturbi psichici sono spesso associati ad altri disturbi, apparentemente di origine organica: un notevole senso di fatica, senza motivo apparente, che non è aggravata dagli sforzi né alleviata dal riposo; disturbi del sonno, come l’insonnia o la tendenza a dormire oltre misura; perdita dell’appetito o un continuo senso di fame. La persona distonica può lamentare continui e intensi mal di testa; può tremare senza motivo, coprirsi di sudore, sentire la testa strana. Molto frequenti sono i disturbi digestivi e la sensazione che il cuore batta in modo irregolare, o troppo intensamente. Di solito, la distonia è una risposta dell’organismo ad uno stato di particolare tensione psicologica, legato a problemi familiari, scolastici o di lavoro. In alcuni periodi della vita, uno stato distonico transitorio può essere quasi considerato normale. Durante l’adolescenza, per esempio, il contrasto fra lo stato di dipendenza dai genitori e le spinte psicologiche verso l’emancipazione possono provocare uno stress emotivo che si manifesta con una forma neurodistonica transitoria. Altrettanto critici sono, nelle donne, i periodi che precedono le mestruazioni e gli anni del climaterio. In alcune persone, la distonia nervosa assume i caratteri tipici della neurastenia, che comunemente viene definita esaurimento nervoso. Queste persone lamentano un continuo senso di fatica, di debolezza, di esaurimento, che non migliora con il riposo. Spesso questo stato si associa a veri e propri segni di depressione: l’ammalato si disprezza e non ha più desiderio di vivere. Questa forma di distonia compare spesso nella tarda adolescenza, ed ha un carattere cronico.

Terapia e cura della distonia nervosa


Prima di iniziare la terapia delle forme distoniche è necessario assicurarsi che il disturbo psichico, il dimagrimento, il senso di stanchezza, non siano la spia di una malattia organica. La cura di queste forme distoniche offre in genere buoni risultati. A volte, più che una vera e propria psicoterapia, è utile la comprensione del medico di fiducia, e la consapevolezza che la cura migliore consiste nell’identificare e nell’eliminare i problemi di lavoro o familiari che hanno scatenato il disturbo psicologico. Solo in alcuni casi è necessario ricorrere alla psicoterapia, per identificare e risolvere conflitti più remoti nel tempo. L’impiego di farmaci ansiolitici può essere molto utile nel ridurre la sintomatologia. Molto spesso, il medico inizia la terapia con dosi ridotte del farmaco, quindi le aumenta gradualmente, e consiglia al paziente di ridurle gradualmente non appena ottenuta una riduzione dei sintomi. É molto importante seguire questo consiglio: una volta guarito lo stato neurodistonico, la sospensione del farmaco non provoca una ricomparsa della sintomatologia, mentre la continua assunzione di tranquillanti o ansiolitici, per periodi prolungati, può provocare uno stato di assuefazione al farmaco. Nei casi più gravi, si può sviluppare uno stato di dipendenza tale da scatenare una vera e propria crisi da astinenza quando la terapia viene sospesa.


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Tratto : sintomicura.com