7 giu 2015

Il disagio psichico, affettivo o emotivo, si esprime anche attraverso il corpo.



Certe emozioni dolorose e intollerabili possono provocare uno stato di iper-attivazione persistente costringendo il corpo a mantenere una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare.

Le emozioni, i sentimenti e le difficoltà, troppo dolorose per essere vissute e sentite, trovano nel corpo un contenitore pronto a riceverle. Questo crea nel soggetto l’idea di non avere nessun tipo di difficoltà psicologica, ma solo undisagio medico che si pensa possa essere curabile con qualche medicina.

Cosa succede di conseguenza?
La costante sollecitazione emotiva provoca danni agli organi più deboli e vulnerabili, una via di scarico immediata nel corpo che si trasforma in disturbo.

Chi sono i soggetti a rischio?
Sono persone che tendono a non far venire alla luce la loro emotività: sono calme, si arrabbiano raramente, riferiscono di non provare sentimenti quali paura, rabbia, angoscia, insoddisfazione, dolore o tristezza. Sono persone che se decidono di intraprendere un percorso con uno psicologo fanno grande fatica ad esprimere le emozioni e riescono con difficoltà a elaborare i vissuti affettivi e sentimentali. Il loro corpo mette in evidenza ciò che loro non riescono ad esprimere e comprendere a livello psichico.

Quali sono le sintomatologie provocate da un disagio psicologico?
Le malattie psicosomatiche più diffuse si manifestano:
nel sistema gastrointestinale (gastrite cronica, iperacidità gastrica, colon irritabile o spastico, stipsi, nausea, vomito e diarrea);
nel sistema respiratorio (asma bronchiale, dispnea, singhiozzo, o sindrome iperventilatoria);
nel sistema cardiovascolare (aritmie cardiache, crisi tachicardiche o ipertensione arteriosa);
nel sistema cutaneo (psoriasi, eritema pudico – rossore alle guance da emozione -, acne, dermatite, dermatite atopica, prurito, alopecia areata, sudorazione eccessiva);
nel sistema muscoloscheletrico (cefalea, crampi muscolari, torcicollo, mialgia o tic nervosi);
nel sistema genitourinario (forti dolori mestruali, enuresi, enuresi notturna bambini, impotenza o vaginismo);
nell’alimentazione.

Quali sono i più diffusi disturbi psicosomatici ?
Ipocondria: sintomi di tipo somatico che vengono interpretati come segni di una grave malattia spesso non riscontrata da accertamenti medici.

Dismorfofobia: eccessiva focalizzazione su un difetto fisico che impedisce il normale svolgimento delle attività di vita personali, sociali, relazionali;

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Disturbo di somatizzazione: sintomi dolorosi, gastro-intestinali, pseudo-neurologici, sessuali,etc, non giustifcabili da accertamenti medici ed esami obiettivi

Disturbo somatoforme indifferenziato: costanti lamentele fisiche come stanchezza cronica, perdita di appetito, problemi urinari;

Disturbo algico: dolore cronico o recidivo in uno o più distretti corporei senza diagnosi mediche obiettive;

Disturbo di conversione: sintomi o deficit inerenti funzioni motorie volontarie o sensitive in assenza di una condizione neurologica obiettiva quali difficoltà di deglutizione (o bolo isterico), sintomi pseudo-epilettici, paralisi psicogene, cecità psicogena, ecc.

Inoltre lo stress, la tristezza, la confusione interna ed esterna e i leggeri stati depressivi possono influire sullo stato di salute della persona a livello generale. Le difficoltà nell’avere un ciclo mestruale regolare, se non addirittura assente, e i cali immunitari che lasciano il nostro fisico maggiormente esposto a raffreddori e influenze proprio nel periodo freddo ne sono un esempio.

Come affrontare le malattie psicosomatiche?
È importante prima di tutto accettare di avere una difficoltà che possa essere legata alla mente e bisogna imparare a chiedere aiuto.

Successivamente esclusa che la causa sia organica bisognerà:
cercare di capire quando il sintomo corporeo aumenta o diminuisce e se è collegato ad eventi di vita particolari (ad esempio la psoriasi in vacanza diminuisce, ma appena si torna in ufficio esplode)
ipotizzare un percorso di yoga e magari un percorso sportivo (corsa, nuoto, kickboxing, danza moderna) che stimoli il nostro fisico a produrre endorfine, il cosiddetto “ormone del benessere”, e porti a scaricarci fisicamente e mentalmente.

Nei casi più difficili, in cui il sintomo impedisce al soggetto di vivere serenamente (per esempio dermatiti atopiche, disturbi sessuali, tachicardie, disturbi intestinali, alopecie, assenza del ciclo mestruale o psoriasi) sarebbe utile intraprendere un percorso di sostegno psicologico che aiuti la persona a conoscere a fondo il proprio mondo emotivo e affettivo.

Gli antichi dicevano mens sana in corpore sano, la frenesia e la razionalità della nostra società ci stanno portando a dimenticare il nostro mondo interiore.

Dott.sa Anna Maria Sepe, psicoanalista