20 ago 2015

Nuove possibilità di cura a Torino per pazienti affetti da distonia

Nuova possibilita’ di cura a Torino ed in Piemonte per i pazienti affetti da distonia, un gruppo di malattie neurologiche caratterizzate dalla presenza di contrazioni muscolari involontarie e protratte, che determinano posture gravemente alterate e movimenti anomali spesso dolorosi. L’equipe neurochirurgica-neurologica dell’ospedale Molinette della Citta’ della Salute e della Scienza di Torino ha, infatti, portato a termine per la prima volta in Piemonte e tra le prima in Italia con successo un intervento chirurgico stereotassico su una giovane paziente torinese di 23 anni affetta da distonia primaria generalizzata. “Grazie alla tecnica stereotassica che consente un’estrema precisione chirurgica abbiamo posizionato – spiega il professorMichele Lanotte, neurochirurgo, che ha effettuato l’intervento – due elettrodi del diametro di poco piu’ di 1 mm nel cervello della paziente, piu” precisamente nel nucleo pallido interno. Gli elettrodi sono stati poi collegati ad un piccolo pacemaker posizionato in regione toracica e fornito di batteria ricaricabile periodicamente da parte della stessa paziente“. “E’ una tecnica di neuromodulazione – spiega ancora – gli elettrodi alimentati dal pacemaker producono uno stimolo elettrico sul nucleo pallido ripristinando un corretto funzionamento dei circuiti neurologici alterati dalla malattia“. L’intervento rientra tra le procedure di stimolazione cerebrale profonda, conosciute anche come DBS dall’acronimo anglosassone Deep Brain Stimulation, utilizzate per il trattamento chirurgico della malattia di Parkinson in fase avanzata, per il quale l’ospedale Molinette e’ un Centro di riferimento e di assoluta eccellenza a livello nazionale. “La distonia – afferma il professor Leonardo Lopiano (direttore della Neurologia universitaria) – e’ una malattia che puo’ colpire qualunque parte del corpo, braccia, gambe, tronco, palpebre, viso e perfino corde vocali. Ne sono affette in Italia circa 25.000 persone e nelle forme primarie generalizzate, come nel caso della giovane paziente, si tratta spesso di una malattia genetica e dunque ereditaria. La distonia può essere fortemente invalidante e puo’ pregiudicare in maniera sostanziale la qualita’ della vita dei pazienti che ne sono affetti“. La giovane paziente, dimessa dopo una settimana di degenza in Neurochirurgia, e’ gia’ tornata a una vita lavorativa e sociale normale. La stessa e’quipe, che ha eseguito l’intervento, ha recentemente eseguito un importante studio sull’efficacia della DBS nel trattamento della malattia di Parkinson. E’ stato, infatti, appena pubblicato sul “Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry”, uno studio che, per la prima volta, ha confrontato a lungo termine l’efficacia della terapia farmacologica e dell’intervento di stimolazione cerebrale profonda per il trattamento della malattia di Parkinson. Il lavoro costituisce una novita’ metodologica perche’ si e’ riusciti a identificare un “gruppo di controllo retrospettivo” di pazienti trattati con terapia medica, ma assolutamente identici per età, gravità e durata di malattia rispetto al gruppo di pazienti operati. I pazienti trattati con la terapia farmacologica erano stati ricoverati nel reparto di Neurologia fino a dieci anni prima e sono stati rintracciati e nuovamente valutati a distanza grazie ad un lavoro durato circa due anni. “L’intervento di stimolazione cerebrale profonda – conclude Lopiano – risulta a lungo termine, nonostante la progressione di malattia, efficace nel migliorare la disabilita’ motoria dei pazienti parkinsoniani“.